sabato 28 giugno 2008

Una mattina all’alba

Erano le sei del mattino
che accarezzavamo l’assoluto
incompreso
dentro di noi
entrambi un po' ubriachi.
Io, triste per l'alcol
e tutto il resto...
" Perchè mi eviti? "
Distratte da un freddo sole
che ormai stava per sorgere
le mie difese mentali
erano crollate molto tempo prima
Ho sbandato quando toglieva il velo alle sue ferite
Ha speso ore a descrivermi
quel soffio d’anima
teso da lei ad altri, offerto.
Passione di parole che nulla scontano
alla realtà che l’ha calpestata,
ignorata nelle notti a precipizio
d’umori incerti, per cuori malati
di battiti rallentati d’ingratitudine
e sangue surgelato.
Alza gl'occhi
soffia nelle mani
cerca qualcuno,
io senza riparo
nell’incessante ricerca
di un’ombra che coprisse
lei dentro me.
Ero il sacco da prendere a pugni
seduto inerme di fronte ad una donna
decisa a sudare lacrime per dimenticare.
Quindi, zitto...
Però come pure le dissi
nemmeno io
stavo tanto bene in quei momenti
durante i suoi dettagli.
Come evitare che lo sguardo ricadesse su di me
non scorgervi il caos tremendo
Vertigine d’uomo sull’orlo del buio...
Ascoltavo lei, dovevo aiutarla
e sentivo me stesso che bisbigliava
"Tu chi sei? Cos'hai?"
E ogni volta rispondevo perchè la risposta è una...

In silenzioso sospetto




(Scritta in un giorno freddo con un'amica. Ne è passato di tempo. Ora sono chiuso in appartamento sopra i libri sforzandomi di trattenere qualcosa che assomigli ad una equazione reale, le finestre sono chiuse per lasciar fuori il caldo e mi basta la lampadina incandescente sulla mia testa ad abbronzarmi, ora sono più consapevole. Guardo questi appunti di viaggio, mi riconosco e penso a quanto ho scavato per nulla. Non ne avevo i mezzi. Non possedevo i protocolli di sicurezza)

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