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giovedì 4 settembre 2008

Temporale estivo

Dice:
Sai che stasera ti ho sognato?
E’ la prima volta che ho il piacere di averti in un sogno...
Forse non ce la facciamo a parlare sta volta.
Beh, in caso ti ho parlato stanotte, diciamo...
Ci tenevo a parlarti perché è possibile che domani parta per la Giordania
e chissà quando ci risentiamo.
Volevo raccontarti cose, aggiornarti...
Vabbé xxx mio, sarà per un' altra volta
Sai che tra due settimane sarò fra te tue braccia, fra la tua carne?
Ti stringo forte forte e ti faccio tante coccole...
Voglio che tu sia felice e sereno con me!
ciao xxx


Alcune persone si lasciano scoprire anche così, con una frase senza molte parole, senza coprirti di melassa: "Voglio che tu sia felice e sereno con me".
Parlano e ti lasciano scoperto della tua faccia che non nascondeva nulla. Parlano che ti pare tolgano il tappo ad una diga che non fa paura perché sta volta è resistente, e ti senti fortunato a toccarne la corazza sapendo con certezza che poco oltre, pochi centimetri dalla tua mano, esistono profondità colorate che potrai esplorare con calma e ben accettato.
Non ho fatto a tempo a rispondere. Anche se forse è stato un caso giusto così. L’impressione di un 'post it' appeso al frigo. Un bacio al mattino di qualcuno che è partito lontano, presto ma per un istante, dalla quotidianità.
Il gatto dal divano quasi a pancia in su mi guarda un’ultima volta e poi dorme. Mi sono acceso una sigaretta, mentre qualche goccia di temporale estivo prendeva a picchiettaare sulla mia testa.

lunedì 11 agosto 2008

Arabìa 2

L sta imparando a conoscere le loro abitudini e stanca, dopo una giornata di deserto, s'è addormentata distesa sopra una tappeto nel cortile di uno di quei beduini che l'accompagnano nel viaggio. Indietro nel tempo almeno di un'ora, mentre L sogna con un turbante azzurrino ora fatto cuscino, la mia avventura, non certo priva di rischi, è vuotare nell’olio bollente entro mezz’ora un sacco di patate surgelate appeso dondolante ad un ramo di ciliegio, piantato, come fosse nulla, a qualche migliaio di chilometri di distanza dal primo pezzo di terra desertificato come si conviene.
Ieri sera ero a cena in giardino con dei cugini e i miei vecchi fino all’una di notte e passa, con uno zampirone acceso sotto il sedere perchè qui, oramai, si sopravvive o noi grandi e grossi o loro, le tigri da microscopio. Una di quelle serate facili perché se ci giocavi da piccolo e poco oltre con i miei parenti, anche se ti vedi due volte l’anno, se n’è combinate così tante in passato che ogni imbarazzo sarebbe pura invenzione per il gusto di farci incazzare. Di tanto in tanto sono confluito in una storia strampalata. Ho ascoltato quella dei gatti canterini. Quella del presidente della Fondazione Cassamarca che a sentir quella vecchia zitella del cugino di mia madre, una volta per dessert si fece portare un intero panettone caldo solo per lui. Un uomo col cervello nella pancia e tutto perché al tempo della Dc si usava piazzare uno qualunque pur di piantare la proprio bandiera lassù in cima, ma soprattutto si usava piazzare qualcuno e questo, anche oggi, fa discutere a tavola.
Di tanto in tanto perdevo il filo cercando di ricordarmi anche il profumo di quei riccioli neri che in vita mia forse ho veduto solo grazie ad L, ora presi, laggiù, nelle complicate evoluzioni di un turbante. Respiravo, tanto per non ammazzarmi di zampirone, per digerire i veleni di una giornata qualunque, ma qualunque in un passato remoto che ricordo fin troppo bene per inalarne ancora. Sono ritornato fino alla nostra prima volta, con L, come in cerca di ossigeno, la prima volta della mia mano tra i suoi capelli freschi d’erba e pure meditavo per venirne a capo sulle funzionalità di un tappeto nel mezzo del giardino di un beduino.
Mi sono risintonizzato nel circuito delle chiacchiere proprio quando la vecchia zitella raccontava di quella volta, la migliore della serata, che accompagnò un suo amico, macellaio di Treviso, nell’ardita missione che richiese tutte le sue abilità di ex assessore democristiano per convincere le molte guardie del Papa, in vacanza a Lorenzago, poco inclini a credere che loro effettivamente erano lì, e dovevano passare, per consegnare delle speciali bistecche di manzo a sua Santità. Chissà poi perché un macellaio di Treviso dovrebbe scalarsi una montagna per consegnare delle bistecche, ma nemmeno il nostro ex onorevole sapeva risolverci questo dubbio e il macellaio probabilmente già dormiva. Che poi se una storia è divertente chi se ne frega dei dubbi e comunque arriva un messaggio di L, nel cellulare perso tra le bottiglie di cabernét, in cui dice che se io non fossi quello che sono non avrebbe motivo di aspettare due mesi, rimaner fedele, né di desiderare solo me. Beh, postilla pure con una preghiera in cui mi implora di non buttar su pancia oltre la misura con la quale mi ha abbracciato l’ultima, vista la mia età, e di non impegnarmi troppo con la masturbazione...ma tant’è, ché ti vien da pensare che certi fatti non accadano mai per caso, o comunque vada, sono dei piccoli segnali da tener d’occhio.
Se io non fossi quello che sono mi chiedo cosa cambierebbe. In questi anni se una cosa ho capito è che il più delle volte le persone vedono in te quello che vogliono e magari non vedono in te quello che dovrebbero, il tuo punto forte, vero, che le legherebbe a te per sempre. Una donna potrebbe innamorarsi di te nello stesso istante in cui qualcun'altra ti considera pazzo, stronzo ecc ecc... due estremi in cui mi ritrovo nel mezzo con la mia verità. Beh, tra altre due verità, ovvio.

lunedì 21 luglio 2008

Arabìa

La sera del grande D...
Facciamo che non sia sabbia del deserto che scivola tra le mani dopo tanto attraversare. Fermati qui con me, poi parti. Devi, lo so... Porta con te un po' di quella sabbia se vorrai, laggiù ne troverai dell'altra, ma non avrà altrettanta storia del sole e delle notti che sgretolano pensieri e spogliano l'anima, come questa. Lì, ancora lontana, il vento ricostruisce sempre qui e là, ma nulla regge che il tempo di un sogno.
Anche se io scherzo, anche se tu scherzi. Chissà cosa saremo oppure no. Gli uomini non sono sabbia come molti dei loro pensieri.

domenica 6 luglio 2008

I giorni del grande D

sabato 5 luglio 2008

Ti racconterai

Ti sento arrivare...
strariperai
Sei fiume carsico
sei impossibile da intuire
Di sicuro mi sommergi
adesso
con la tua forza di velluto
Non immagino dove andrai
quando ritornerai
scorri
da qualche parte
intorno
ti sento vivere...
Che tu sia nel cuore della terra
un mormorio dell’aria
o giusto un tremolio dentro me
Rimango ad aspettarti
Quando rispunterai
da chissà dove
chissà quando
Ogni volta
vorrei chiederti
chi sei...
Un giorno
promettimi
ti racconterai

martedì 1 luglio 2008

Tra vicini di casa

L: se fossimo stati vicini di casa ti avrei invitato a mangiare pasta con wurstel e bottarga! ehehehhehe...
Io: se fossimo vicini di casa avrei portato il melone e la birra...
o preferisci il vino? non dire coca cola...
L: sono molto indecisa tra vino e birra.
Solitamente a tavola preferisco il vino, ma la birra rinfresca
...se fossimo vicini di casa, magari, invece di parlare di sesso avremmo...aha
E' che ho solo quella in frigo in questo momento...scherzo!
Io: Allora meglio il vino. Si, decisamente!
L: Ehggià!
...che bello flirtare! Senza che poi un niente di fisico ti salti addosso...
Io: Uhuh! Meno male che non siamo vicini di casa allora
L: Ehehe...

La libertà di espressione è il fondo. In ogni ambiente, ovvio, ma quando incontri qualcuno con cui puoi non ragionare di essere te stesso o meno, beh, sei quel che sei, birra e vino, città e campagna, metà ingegnere metà altro con fatica di tutto quanto che sentirti così ti ricorda l'idea che puoi tutto, allora dovunque ti porterà andarà bene. Fosse un solo miglio, anche l'ultimo.

Visitommi con un biglietto


Il mio bigliettino da visita secondo L.

Nome Cogonome
Possibile professione: ingegnere
Probabile passione: XXX

Penso che un giorno lo stamperò e lo darò a tutti. Sarebbe come regalare fiori in giro, anche se la gente mi guarderebbe senza capire. Ma pazienza. Non sarebbe una novità.