domenica 6 aprile 2008

Come il caso volle

Una piccola donna per caso
Io entro Lei passa
E’ finita la lezione
e la gente sul marciapiedi
verso la stazione
va curva del piacere
che un giorno volga al termine
Ho racimolato degli spiccioli
e mi concederò quel libro usato
e scordato.
-Tu qui? -
spalanca occhi più grandi
dell’ultima volta
- Sul marciapiedi? già! -
I seni assomigliano
finalmente a qualcosa che esiste
- Ma non mi dire! Stai entrando lì dentro? -
Quella la conosco
è sottile come la sua bocca
quando diceva
‘Ti prego, non posso!...’
L’imbarazzo però la scopre
e deglutisce anche la lingua
- Hai ragione, non lo diresti
ma è un bordello
con servizio in camera -
Mi conosci, no?...
Lieve,
spasmo:
è un sorriso?
Tutto in lei
chiaramente sta dicendo
- Hey, adesso sto bene
al mio posto...
E tu non ci sei! -
e credo le piacciano le mie scarpe
perchè tace e le fissa
di tanto in tanto
dietro occhialini nuovi
- Beh, lui ti aspetterà al treno... -
o preferisci mi tolga le scarpe?
- Che cerchi? -
Il tempo perso dov’è andato
- Poesie -
E scosta le ciocche bionde
che le scendono
sulle labbra per gioco
- Ne leggi una per me? -
Come quando le mie per te?
- Perché!? -
- Se le ha scritte qualcun’altro
non mi faranno arrossire
e scappare -
…Come questa di Bukowski?
OK! Avvicinati…


“ Fare l’amore sotto il sole, nel sole del mattino

in una stanza d’albergo

sopra il vicolo

dove i poveracci cercano bottiglie;

fare l’amore sotto il sole

fare l’amore vicino a un tappeto più rosso del nostro sangue,

fare l’amore mentre i ragazzi vendono giornali

e Cadillacs,

fare l’amore vicino a una fotografia di Parigi

e un pacchetto aperto di Chesterfields,

fare l’amore mentre altri uomini – poveri idioti –

lavorano.


Da quel momento – a questo...

potrebbero essere anni nel modo in cui loro misurano,

ma nella mia mente è solo una frase –

ci sono così tanti giorni

in cui la vita si ferma, accosta e siede

e aspetta come un treno sui binari.

io passo all’albergo alle 8

e alle 5; ci sono gatti nei vicoli

e bottiglie e vagabondi,

e io guardo su alla finestra e penso,

Non so più dove sei,

e continuo a camminare e mi domando dove

va la vita

quando si ferma ”


Finto, quel broncio
sensuale più del sesso
- Sei sempre tu! -
E si prende il libro
per chiudere la nostra storia.
Pago e me ne torno a casa
con la gente ancora
sui marciapiedi,
senz’occhi
non sente
le foglie che cadono
sul rumore del traffico,
colato nell’aria,
come ossigeno
avariato.
Non guardano
che distratti
d’intorno
la stessa strada
e forse, neppure,
conoscono l’algebra
segreta che conta e segna
cosa muoia e quanto finisca
in un giorno semplice
e soltanto.
Quanto duri una stagione
per mille foglie che cadono
in un giorno dimenticato
uguale all’altro

Mi dispiace piccola
Ancora una volta
era illusione
Nessuno
l’ha scritta
per te
Nessuno
sognando
di te

1 commento:

valeishappy ha detto...

ma dai!? già c'è sto tempo...non puoi essere un po' meno melanconico??
o vuoi che ci suicidiamo tutti?!?
scrivi della bella festa tra amici!!
a presto
in toscana?
speriamo col sole.

vale(is happy)