mercoledì 16 luglio 2008

Uno fra i tanti

Sono come la Rai d'estate, vanno tutti in vacanza col cervello e manda sugli schermi vecchi filmati a ripetizione, e io pesco dall'archivio.
La differenza è che a me nessuno paga il canone, anche se ho qualcosa di molto simile ad uno schermo su cui proiettare ciò che mi passsa per la testa. Sono tutt'altro che in vacanza e credo che i vecchi filmati sia meglio buttarli fuori dopo, quando col tempo hanno perso quel senso che ti torce lo stomaco mentre li sceneggi nella tua testa. I luoghi sono nient'altro che immagini da documentario, i vestiti ti sembrano passati di moda e rimane forse quella nostalgia per quando il mondo era diverso e c'eri pure tu. Si arriva sempre al momento in cui dici che sì, sono proprio io quello, com'ero buffo con quella faccia da ebete e perché poi... ma ora vado in vacanza, ora sono da qualche altra parte per sempre.
Il grande D ha deciso spesso per me, ora io provo a decidere per lui, e me.




Sul letto uno sbadiglio di cielo
ostinato esplode la finestra
e trascende in fessure e annienta
quel poco rimasto
d’un antico orgoglio
verde, secco, di splendido
scrostato decadimento
infisso contro
alle fatiche di fuori.
Tardi ho incontrato il sonno
e già stanco, annoiato
mi parla il giorno.
Il torpore è una coperta d’amore
appassito nel rancore
di un fiore
che sai... non ti aspetta più
sotto al balcone
E’ cadavere gravido
di quell’odore chiuso
e flatulento
in cui t’immergi,
fesso.
Non pretende che fuggire
trascinato dal sole
rinascere riciclato all’aria
del mattino nudo e pungente
in questo ultimo scorcio d’inverno.
Ma lo stesso...
Perché schiudere quella finestra,
proprio adesso?
Assorto
in sua assenza
passante nei passanti
saresti uno, nel flusso
fra i tanti

Nessun commento: