sabato 24 maggio 2008

Giorni da clown

Giorni da clown


Alcuni libri te li ritrovi in mano quasi per caso e in ben particolari momenti della vita, che non giureresti davanti a nessuno, pienamente convinto, che sia stata tutta una semplice coincidenza.
Trascorri periodi che ormai hai rinunciato a segnare nel calendario, tentando di abbattere quei muri che sembrano cresciuti con una velocità tale che speri, e altro non puoi pensare, sia tutto un sogno.
Le persone che incontri per strada sono diverse…Interroghi i vecchi amici per capire se sono ancora loro, li ricordi, scorgi le sottili discrepanze con ciò che vedi e dubiti anche di te stesso. Ero io?
Ci sono dei momenti in cui tutto si riduce ad un attimo e ogni cosa, ad ogni ritorno, non ti sembra mai la stessa.
In quei momenti comprendi la vita come un album gonfio di straordinarie coincidenze, fotografate per essere ricordate così, perché non sarebbero ritornate mai uguali. Nel peggiore dei casi, ti avrebbero abbandonato per altre ancora, essendo tutte in fondo nient'altro che storie divergenti di vite che si sovrappongono in un punto, con un tempismo maledettamente perfetto, e per poco più di un istante...
Esci di casa la mattina e anche quel giorno t'accompagni con l'idea di vivere in un istante, e la tua mente s'arrangia come può per accendervi sopra una luce più intensa per cogliere le sfumature che andrebbero perse irrimediabilmente.
Così avviene che un incontro possa quasi soffocarti dalla gioia come fosse per la prima volta e, viceversa un saluto, strapparti una lacrima di malinconia come un addio...

Mentre annusi l'aria
intrisa d'acqua sole ed alghe
seccate sui sassi d'un tardo pomeriggio
trascorso in mezzo al Piave
Ti scopri semi serio
a confessare ad un'amica che sì,
la tua vita è una raccolta di istantanee
che ad appenderle non raccontano una storia
e finalmente hai capito una parte di quel che sei
Però ti senti un po'meno tranquillo di prima
e non ti spieghi oltre
per non respingere, mani avanti
quel sole seducente rovinando l'incontro
L'unica certezza che ti concede
di guardarla negli occhi
scordata la vergogna
per quel che le hai taciuto
sul racconto di mille favole
confuse in appunti troppo sparsi,
è che la tristezza, nata nel nulla
così s'è spezzata
ed ha un senso

Allora hai l'impressione che ti capiti di tutto e ti dici: "Che sorpresa!". Come quando ci siamo parlati su quella panchina, mentre le guardavo la guancia,lei capo chino su dei biglietti del treno, mi sono sussurrato un po' di volte: "Ma tu guarda, chi l'avrebbe mai detto".
Ti sorprendi a tal punto che anche uno come me arriva a chiedersi se debba mai ringraziare qualcuno, uno di cui già da molto tempo ho rifiutato l'esistenza. Ma le cose finiscono e ti senti una piccola, unica parte di un tutto troppo grande e finisci per vederti diverso, e mancare di proposito il tram che portava tutti. Mentre aspetti il prossimo ti leggi un libro scelto distrattamente tanto per ammazzare il tempo, e giungi alla fine che il protagonista condensa in una battuta la stessa conclusione per la quale tu, nei tuoi pensieri, avevi scritto un capitolo di recente:
- Ma che tipo d'uomo sei?, e lui -Sono un clown e faccio raccolta di attimi!
Esattamente come se avessi incontrato un amico che ti sa leggere dentro, ti convinci di non essere poi così diverso, e sicuramente un po' meno solo dell'altro ieri, tanto che adesso diventi impaziente perché il prossimo tram, al solito, ritarda...

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