lunedì 25 febbraio 2008

Due del mattino

La mente
ancora vagabonda
cammina per i vicoli semibui
di questa periferia
raccogliendo voci ovattate
interrotte dall’interno
in bettole affacciate sulla strada.
Volti segnati
arrossati e grigi
dal bicchiere
dal fumo
Operai, forse...
Molti di loro sono stranieri
che aspettano
le ore
senza troppe domande
Bevendo le ultime speranze
dal sapore mai provato
di una giustizia uguale
La salvezza
di un’assoluta
biblica distruzione
che brucia fin dallo stomaco.
Altri, abbandonati moglie e figli
avranno scordato perché
sono arrivati fin quaggiù
in questa prigione
d’aria fetida
di sudore fritto
fumo e smog
Gomito a gomito con gente
mai conosciuta

E io scivolo via, lontano
senza perdere di vista nessuno di loro...
Oggi non ho fratelli
Sono come ieri, orfano senza casa
Parvenza di straniero
con nient’altro che una foto in tasca

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