martedì 18 marzo 2008

Non esisti

... Sono andati
Abbiamo riso
abbiamo bevuto
abbiamo...

Gl’occhi dormono
scoperti
in sogni eccitati
dal chiasso dei mille
sorrisi sciolti
nel rosso tinto
scadente,
anche fosse
veleno.
Una sera andata
come un’altra
Corsa nel sangue
a spingere il cuore
al limite che un giorno
forse, lo scoppierà,
ed esce filtrata
con quel poco che resta
direttamente nel cesso.

E ora...
penso al solo
che non riderà
mai più.
Ti pare giusto?
D’un tratto giunge
il vento da nord
da lassù
e scrollo le spalle,
il freddo,
fino a quando
sarò costretto
a chiudermi
stretto al tepore
di quella bocca
che m’ha attirato a sé
un giorno
per esser ascoltata,
finalmente. E non solo cercata
Picchiata
da uno col cuore
troppo secco
La paura
di confessarlo
Era giovane in fin dei conti.
La rabbia d’esser considerata
“frivola e volatile”
mentre entrambi
stavamo solamente provando
a vivere, tutto compreso.
Niente ombre nei suoi occhi
di sole, oltre la luna
vivo, dentro
ad uno scuro cerchio di fuoco.

Scendendo dai colli,
alla bettola del tabaccaio,
sotto la tettoia di lamiera
dei vecchietti battevano
carte ormai logore.
Sigarette finite
ed era chiusa.
Ce le hanno offerte
ho stappato
una bottiglia di vino
e perchè m’è venuto di farlo
non lo so
Tornavamo da un pranzo
sull’erba. Era rimasta...
Parlavano animati
come se naufraghi puntuali
a quell’appuntamento
fossimo attesi da tempo,
e noi con loro,
a chiedere
fino in fondo
anche l’istante,
insignificante.
Era improvvisazione...
chissà dove ci porterà
l’improvvisazione
Ricordi?
Altro che frivolezza.
Una sciocchezza...
l’imprevisto raccolto
in un istante vissuto
Il nostro miglior ricordo
Un giorno insieme
con il tuo passato il nostro presente
il tuo futuro e ancora,
sempre, presente.
Dopo aver cenato
non siamo stanchi
ma è tardi.
Si è divertita...
"Rimarrà questo nostro giorno.
Rimarrà per sempre...
e brillerà di luce viva
dentro me"...
Imprevisto
ritorna
così
il tuo saluto...
Felice testamento
in un giorno
come un altro

S’era confessata.
Era, come sentiva,
quella piccola donna
che sapeva guardarti
coraggiosa, forte,
orgogliosa, fragile
anch’essa, alle coccole
e fino a tarda sera
senza troppa paura
di far torto a chi l’amava
fin da bambina e poi
tanto bene non la conosceva.
La giudicava
E io non posso dire
d’averla conosciuta.
Il tempo insieme
non è stato poi tanto
eppure, in certi momenti
ho in testa tanti ricordi
di secondi arrangiati
solo nostri
Quanto un giorno insieme

Perchè parlo a te?
Pensieri che mi son venuti
con te
davanti a me.
Li ho scritti
e a qualcuno
dovevo offrirli
almeno.
Perchè non a te...
eri già lì.
Qualcuno che non vedrò mai
qualcuno che non esiste,
uno da qualche parte
ancora in me
Un’amica immaginaria
o qualcosa oltre...
Non esiste

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